Non abbiamo altri termini per definire un paese in cui è la questura di una città a poter imporre, senza alcun motivo, limiti alla libertà di movimento di centinaia di cittadini italiani. Potremmo citare decine di casi in cui, solo per il fatto di aver liberamente deciso di non aderire ad un programma politico e di business, tessera del tifoso, è stato letteralmente cagato sopra alla nostra dignità ed ai nostri diritti. Troppo è lo schifo, troppa la rabbia, diciamo solo che ad Empoli ci andremo comunque, non accettiamo per nessun motivo una simile ed immotivata imposizione. Chiediamo che la polizia di Empoli e la questura di Firenze, autrici di questa trovata, ne rendano pubblici i motivi ed auspichiamo inoltre che le società si impegnino pubblicamente per tutelare i propri tifosi che restano tali, ricordatelo, sempre, anche senza far parte di un assurdo programma di controllo di massa. Noi non stiamo a casa!
