“…Ill.mo Ministro degli Interni, io non cerco vendetta, semmai Giustizia. Mi appello a Lei ed a tutte le persone di buon senso affinché questi uomini vengano fermati ed impossibilitati nello svolgere ancora il loro “dovere”. Chiedo quindi che si faccia il processo e nulla sia insabbiato. Cordiali saluti”.
Paolo Scaroni, vittima di uno Stato distratto.
(parole scritte da Paolo, tifoso del Brescia, in una lettera indirizzata al Ministro degli Interni Roberto Maroni)
Sono passati quasi 6 anni dal quel 24 settembre 2005, giorno in cui ebbe luogo la partita Verona – Brescia allo stadio Bentegodi. I tifosi bresciani, finita la partita, si recano in stazione per prendere il treno che li avrebbe riportati a casa. È proprio in stazione, Verona Porta Nuova, che si scatena la cieca violenza delle forze dell’ordine. Una carica brutale quanto immotivata, quella che subiscono i ragazzi bresciani. Tanto brutale che un ragazzo è ridotto in fin di vita. Il suo nome è Paolo Scaroni. A differenza di tanti altri ragazzi, tra cui Federico Aldrovandi, Gabriele Sandri e Stefano Cucchi, Paolo sopravvive alla mano assassina dei “tutori della legge”. Paolo porta ancora con se i segni di quanto accaduto, certo, ma è vivo ed in grado di raccontare quello che ha vissuto, ma soprattutto di reclamare giustizia insieme a tutti coloro che gli sono rimasti vicino. Oggi, 20 settembre 2011, a Verona, a distanza di sei anni da quel tragico giorno, ha luogo l’udienza al processo (a dispetto dei numerosi tentativi di far passare sottosilenzio quel feroce pestaggio) che vede alla sbarra diversi appartenenti alle forze dell’ordine. La speranza è quella che chi ha sbagliato paghi, che la giustizia per una volta segua il suo giusto corso, che la legge si dimostri veramente uguale per tutti. Un criminale in divisa rimane un criminale.
GIUSTIZIA PER PAOLO!
Ultras Tito Cucchiaroni
