
Mi ricordo quando è arrivata la notizia: un ragazzo come noi, uno che, all’alba di una domenica qualsiasi, come qualsiasi altra domenica che aveva deciso di seguire la propria squadra in trasferta è stato ucciso. La radio e la tv, con la solita ignoranza, parlano di scontri tra tifosi, immaginano agguati, fantasticano di duelli all’arma bianca finiti tragicamente, invece no, non era andata così e non abbiamo sentito nessuno chiedere perdono per tutte quelle vili falsità inventate. Era andata che, un solerte poliziotto, da qualche centinaio di metri, si è messo in posizione di tiro, ha mirato, ha sparato e con un colpo in testa ha ucciso un ragazzo seduto in una macchina all’autogrill opposto. Era andata così, ma ce l’hanno detto solo dopo aver tentato di negare, d’insabbiare, di spacciare fandonie. Poi mi ricordo il funerale di Roma: migliaia di ragazzi sotto la pioggia, i nostri fiori in metropolitana, esserci era il minimo per quel ragazzo come noi, ma era il minimo per dire che mai nessuno di noi avrebbe accettato qualcosa di diverso dalla parola verità una volta finita questa storia. Anni dopo siamo ancora qua a gridare “non succederà più” sicuri che potrebbe capitare ancora.


IN MEMORIA DI GABRIELE SANDRI !
