Il mea culpa del premier inglese, arrivato a distanza di 23 anni dai fatti, ci porta ad una serie di riflessioni. La distorsione della verità da parte dei vari governi inglesi, con la complicità della stampa, e il fatto che queste menzogne siano state utilizzate a supporto di politiche repressive indegne di un paese che si definisce libero, è un filo rosso che lega quanto accaduto a quei tempi nell’Inghilterra della Thatcher a quello che sta accadendo negli ultimi anni qui da noi. Entrambi i governi sono partiti da un fatto luttuoso (Hillsborough per gli inglesi, Catania con la morte di Raciti per l’Italia) per agire liberamente e con mano pesante sulla libertà dei loro popoli, almeno per quanto concerne gli stadi. Grazie a quelle presunte verità (che tutti, noi compresi, abbiamo credute tali per anni) hanno spaventato a dovere l’opinione pubblica, creando un tacito consenso che gli permettesse di raggiungere impunemente i loro obiettivi. Oggi possiamo affermare che le verità sul quale è stato costruito il modello repressivo noto come “modello inglese” non erano, appunto, verità ma bugie colossali. Ci chiediamo, conoscendo da tempo la risposta, se le cose non stiano andando così anche qui in Italia.
