Paolo Scaroni.
Una vicenda estenuante.
Una vicenda che ha coinvolto un ragazzo del Brescia per puro caso.
Si, un caso, perché sotto i manganelli usati al contrario, per fare male , potevamo esserci tutti e in molti ci siamo finiti. Qualcuno ha portato a casa la buccia, qualcuno oggi può far vedere una cicatrice raccontandone gli aneddoti, come davanti a un trofeo o a un brutto ricordo di quelli che non si dimenticano.
Chi calca gli spalti italiani o scende in piazza sa benissimo che quando succede, succede. Quando un superiore ordina la carica, ti trovi di fronte gente che è venuta lì per farti la guerra e per metterti a tacere. Tute rinforzate, caschi, manganelli, quello è l’armamentario d’ordinanza. L’aspetto disarmante è che hanno pure convinto qualcuno che sia giusto così, che sia giusto reprimere, che allo stadio si possa manganellare, picchiare, togliere ogni diritto ai cosiddetti liberi cittadini e a quelli chiamati tifosi.
Uno stato che scambia soldi per diritti è uno stato infame. 1,4 milioni ma nessun colpevole. Quanto ancora dobbiamo aspettare i codici identificativi su caschi e divise?

